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Volga Blues di Marzio G. Mian

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Vivi il viaggio epico di Marzio G. Mian lungo il Volga, il fiume totem della storia russa.

Immergiti nei 6.000 chilometri di paesaggi misteriosi e frammenti di un passato imperiale, in un paese reso inaccessibile dalla guerra.

Lasciati affascinare dal racconto di un popolo complesso, tra antichi sogni e conflitti moderni.

Leggi “”Volga Blues”” e condividi con l’autore un’esperienza unica al confine tra Oriente e Occidente. 

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La recensione di newslibri.it

In “Volga Blues”, Marzio G. Mian ci offre una narrazione profonda e coinvolgente di un viaggio unico e coraggioso lungo il fiume Volga, il cuore pulsante della storia russa. Attraverso questa rotta antica, l’autore ci trasporta in un mondo intriso di passato e presente, un viaggio fisico e simbolico nel cuore di una nazione complessa e misteriosa, oggi più che mai chiusa e diffidente verso l’Occidente.

La Russia, vista attraverso gli occhi di Mian, appare come un’entità a sé stante, un pianeta lontano e impenetrabile, avvolto da una foschia di tensioni geopolitiche e conflitti interiori. L’invasione dell’Ucraina ha reso il paese ancora più inaccessibile e misterioso, quasi come un territorio proibito. Eppure, con grande determinazione e sfidando il rigido controllo delle autorità, Mian è riuscito a percorrere oltre seimila chilometri attraverso questa nazione sterminata, scegliendo come compagno di viaggio il Volga, un fiume che incarna l’anima della Russia.

Mian descrive il Volga come un “totem”, un simbolo di potere, fede e destino per il popolo russo. È sulle sue sponde che si sono intrecciate le vicende storiche di questo paese: dalla caduta di Costantinopoli, che segnò la nascita della fede ortodossa in Russia, all’ascesa dell’impero zarista, passando per la battaglia di Stalingrado, simbolo della resistenza sovietica contro l’invasione nazista. Attraverso il racconto, emerge il Volga come una linea sottile che separa e allo stesso tempo unisce Europa e Asia, Oriente e Occidente, rappresentando le contraddizioni e i dualismi che caratterizzano la Russia stessa.

Uno degli aspetti più affascinanti di “Volga Blues” è la capacità di Mian di intrecciare le vicende storiche e politiche della Russia con le storie personali e collettive dei popoli che abitano lungo il Volga. Incontriamo tatari, cosacchi, monaci, sciamani, ma anche figure storiche come Lenin, Kerenskij, PuÅ¡kin, e Gor’kij, che hanno lasciato un’impronta indelebile nella cultura e nella politica del paese. Il fiume diventa una sorta di filo conduttore che collega queste figure, dando al lettore una prospettiva intima e profonda della complessa identità russa.

Il viaggio di Mian lungo il Volga è anche un’analisi dell’era contemporanea, dominata dall’autocrazia di Vladimir Putin. Il fiume, testimone silente delle trasformazioni della Russia nel corso dei secoli, oggi riflette il sogno neo-imperiale di Putin, che cerca di rinnovare l’antico potere dell’impero zarista e sovietico. Mian, con sguardo attento e sensibile, ci mostra un paese frammentato, tenuto insieme da un sogno antico quanto fragile: la rinascita di una civiltà imperiale. Questo sogno, però, si scontra con la dura realtà di una nazione divisa, impoverita e segnata da profondi traumi storici.

Leggendo “Volga Blues”, ci si sente trasportati non solo lungo le rive di un grande fiume, ma anche attraverso i secoli di una storia densa e tragica. Ogni città e villaggio lungo il percorso rivela un pezzo di questo mosaico complesso: da Nižnij Novgorod a Kazan’, da Ul’janovsk a Volgograd, ogni luogo ha la sua storia da raccontare, intrecciata con quella del grande fiume. Il lettore non può fare a meno di sentirsi coinvolto in questo viaggio, percependo il peso della storia e della cultura russa, ma anche la resilienza e la determinazione di un popolo che, nonostante tutto, continua a cercare il suo posto nel mondo.

L’aspetto più straordinario del libro è forse la capacità di Mian di far emergere, attraverso descrizioni vivide e dettagliate, le emozioni e i sentimenti dei russi che incontriamo lungo il percorso. La loro vita quotidiana, le speranze, i timori e le contraddizioni vengono alla luce in un racconto che non è solo una cronaca di viaggio, ma anche un profondo studio psicologico e culturale di una nazione in continuo mutamento. Il Volga diventa quindi non solo un fiume, ma un simbolo delle sfide, dei sogni e dei conflitti che hanno plasmato la Russia di ieri e di oggi.

In conclusione, “Volga Blues” è molto più di un semplice libro di viaggio: è una riflessione potente sulla natura della Russia contemporanea, sulla sua identità e sul suo rapporto con il passato e il futuro. Marzio G. Mian, con il suo sguardo acuto e la sua scrittura avvincente, ci regala un’opera che non solo informa, ma ispira e commuove. Questo libro è un invito a guardare oltre le apparenze, a cercare di comprendere un paese spesso frainteso e a immergersi nelle sue complessità e nei suoi contrasti. 

 

 

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