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M. L’ora del destino di Antonio Scurati

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Scopri il dramma e il destino di Mussolini all’apice della sua parabola, quando l’Italia entra nella Seconda Guerra Mondiale.

In “M. L’ora del destino”, Antonio Scurati dipinge un affresco potente e dettagliato dell’Italia fascista tra errori, orrori e scelte decisive.

Vuoi capire il prezzo pagato da una nazione e il declino di un leader?

Immergiti nella lettura e vivi la Storia attraverso una narrazione che scuote l’anima e apre gli occhi sul passato. 

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La recensione di newslibri.it

“M. L’ora del destino” di Antonio Scurati è il quarto capitolo di una straordinaria epopea letteraria che ci conduce nel cuore oscuro dell’Italia fascista e delle sue drammatiche scelte durante la Seconda Guerra Mondiale. Il libro rappresenta una potente riflessione non solo sull’uomo Benito Mussolini, ma anche sul destino di un’intera nazione, intrappolata in un conflitto che si rivelerà fatale. Scurati ci presenta un affresco complesso e denso di emozioni, arricchito da una narrazione rigorosa e carica di dettagli storici, capace di farci rivivere il peso delle decisioni che hanno plasmato il corso della Storia.

Il punto di partenza è l’estate del 1940. Mussolini, dopo vent’anni di dittatura, annuncia agli italiani che l’ora della guerra è giunta. Siamo alla vigilia di un dramma che sconvolgerà il paese e in questo contesto emerge un segno: Italo Balbo, uno dei più importanti gerarchi fascisti e maresciallo dell’aria, viene abbattuto in volo dal fuoco amico. Questo evento è solo uno dei tanti episodi che Scurati utilizza per evocare il clima di incertezza e caos che inizia a dominare la leadership fascista. L’uccisione di Balbo segna simbolicamente l’inizio del declino del regime, un regime che sta per essere travolto dall’impeto della guerra mondiale, e che non ha più tempo per dubbi o riflessioni.

Uno degli aspetti più affascinanti del libro è la capacità di Scurati di disegnare un ritratto poliedrico dei personaggi che circondano Mussolini, e di dare voce a una generazione di uomini e donne che si trovano a vivere, agire e sopravvivere all’interno di un sistema in sfacelo. Il generale Mario Roatta, con la sua ferocia nella pianificazione di rappresaglie, rappresenta una delle anime più cupe dell’esercito fascista. L’ossessione di Galeazzo Ciano, genero del Duce, per il dominio del Mediterraneo è un ulteriore esempio di ambizione personale che si scontra con una realtà militare ed economica disperata. Edda, la figlia di Mussolini, offre invece una prospettiva più umana, un desiderio di partecipazione attiva che la spinge a unirsi alla Croce Rossa, forse in cerca di una sorta di redenzione personale.

Un personaggio altrettanto rilevante è Clara Petacci, l’amante del Duce, descritta come una figura sempre più disperata e abbandonata, che stringe tra le braccia un uomo che ormai somiglia a un fantasma, consumato dal potere e dalla paura di perdere tutto. È in questi momenti che Scurati riesce a dare un tocco intimo e quasi tragico alla figura di Mussolini, non più soltanto il dittatore ma un uomo che si rende conto di essere in balia degli eventi, troppo debole per resistere alle pressioni interne ed esterne, troppo orgoglioso per ammettere il suo fallimento.

Attraverso personaggi come Amerigo Dùmini, l’assassino di Giacomo Matteotti, e soldati come Mario Rigoni Stern, Scurati ci mostra le molteplici sfaccettature di una generazione segnata da vent’anni di dittatura e intrappolata in una guerra che non è stata in grado di evitare. Il sacrificio di tanti giovani soldati, come Stern, che nella gelida Russia apre finalmente gli occhi sulla tragedia a cui sta partecipando, è un simbolo dell’orrore della guerra e dell’eroismo silenzioso che emerge in condizioni disperate.

Tra le pagine del libro si sente anche l’eco della disfatta di El Alamein, guidata dal maggiore Paolo Caccia Dominioni, una delle battaglie più tragiche della guerra, emblema dell’impreparazione e dell’inevitabile collasso dell’esercito italiano. In questo contesto emerge il crescente malcontento tra i gerarchi fascisti, Dino Grandi in primis, sempre più insofferente verso un Mussolini incapace di fronteggiare le sfide del presente. È proprio questa crescente sfiducia che si trasformerà poi nella fine politica del Duce e nel disfacimento del regime.

Scurati non manca di tratteggiare un quadro complesso e fosco dello stesso Mussolini, ancora convinto di poter gestire l’ambizione di Hitler e di bilanciare le forze europee, ma in realtà sempre più subordinato alle volontà del Führer. In una delle immagini più potenti del libro, Scurati descrive Mussolini come uno sciacallo che scodinzola ai piedi della tigre tedesca, un uomo che ha perso il controllo del proprio destino e di quello del suo paese.

“M. L’ora del destino” non è solo la storia di Mussolini o della sua caduta, ma un ritratto profondo e cupo di un’Italia distrutta dalla guerra, dagli errori di leadership e da un sistema che, dopo vent’anni di dittatura, si è trovato impreparato ad affrontare la realtà. Antonio Scurati, con il suo stile magistrale, riesce a intrecciare vicende personali e storiche, facendo emergere non solo gli orrori e gli errori del fascismo, ma anche il coraggio e l’umanità di coloro che, in un contesto di estrema difficoltà, sono riusciti a mantenere intatta la propria integrità morale.

 

 

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