L’ottava vita di Nino Haratischwili

Scopri l’emozionante saga delle donne Jashi in “L’ottava vita” di Nino Haratischwili, dove una ricetta di cioccolata speciale custodisce il destino di una famiglia.

Sei generazioni di donne attraversano passioni, violenze e rivoluzioni, inseguendo i propri sogni in un secolo rosso di storia e cambiamenti.

Vivi un’avventura epica e struggente, dove ogni pagina ti avvolge in un viaggio indimenticabile.

Non perdere l’opportunità di immergerti in un romanzo che mescola romanticismo e tragedia, esplorando il potere della Storia e del destino. 

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La recensione di newslibri.it

In “L’ottava vita” di Nino Haratischwili, la narrazione di un secolo di storia si intreccia in modo ineluttabile con la saga di una famiglia, le cui radici affondano profondamente in un amaro retrogusto di cioccolata. Un libro che, dalla prima pagina, afferra il lettore, lo trascina attraverso l’Europa e lo porta a conoscere, in modo intimo e commovente, sei generazioni di donne. Le protagoniste della famiglia Jashi sono legate da un’incredibile eredità: una ricetta segreta per una cioccolata calda, che promette felicità ma cela anche tragedie e dolori profondi.

La storia inizia all’inizio del Novecento, quando Stasia, una giovane donna originaria di una cittadina georgiana non lontana da Tbilisi, apprende dal padre i segreti di una preparazione unica, custodita con un’aria solenne, quasi magica. Questa bevanda speciale diventa un simbolo della sua famiglia e un amuleto di protezione, capace, nelle sue intenzioni, di garantire felicità, serenità e sicurezza. Con una tenace speranza, Stasia crede che, come la cioccolata possa riscaldare i cuori, essa possa anche scaldare la vita della sua famiglia, allontanando le tragedie. Il destino, però, ha in serbo per lei e per le generazioni future una serie di prove ben più gravi e dolorose.

Mentre la Rivoluzione d’ottobre scuote le fondamenta dell’intero impero russo, la famiglia Jashi affronta un cambiamento radicale, trascinata dagli eventi storici che li vedranno protagonisti involontari di una Storia in pieno fermento. La famiglia si allontanerà dalla Georgia, migrando verso San Pietroburgo, poi attraverso i confini d’Europa, passando di mano in mano quella ricetta segreta, come un tesoro ma anche una maledizione. Ogni generazione spera che la “magia” della cioccolata risolva i propri problemi, ma, paradossalmente, ciò che inizialmente sembrava un simbolo di speranza si trasforma in un filo rosso che lega tutte le donne a destini di sofferenza, perdita e ricerca di un’identità smarrita.

Sei generazioni di donne si susseguono, ciascuna delle quali racconta, alla propria maniera, il loro viaggio nel secolo più complesso e devastante della storia europea. La forza di Haratischwili sta nella sua capacità di fondere la Storia con la vita personale di ciascuna di queste donne. Il “secolo rosso” – quello attraversato dalle due guerre mondiali, dalla Rivoluzione d’ottobre e dai cambiamenti politici e sociali dell’Europa – è lo scenario di sfondo. Ma la Storia non è mai lontana, anzi, ogni piccolo dettaglio della vita di ciascuna di queste donne sembra essere inesorabilmente legato a essa. Se da un lato i sogni di libertà, successo e amore sembrano a portata di mano, dall’altro le tragedie politiche, sociali e personali non smettono mai di fare da monito.

Le protagoniste – Stasia, poi le sue discendenti, Brilka in particolare, ma anche le altre donne più marginali – sono donne forti, ma allo stesso tempo vulnerabili. Questi ritratti di donne sono potenti perché non sono mai idealizzati. La storia d’amore, i tradimenti, la lotta per l’indipendenza e l’emancipazione personale, sono raccontati in modo vivido e crudo. Queste donne sono, per certi versi, prigioniere della Storia, eppure ogni passo che fanno nella loro esistenza è un piccolo tentativo di fuggire da essa, cercando di creare una vita propria. Ecco che la ricetta per la cioccolata, come un elemento simbolico, assume il ruolo di una dolce illusione, un’utopia che ogni generazione desidera raggiungere, ma che sembra impossibile mantenere intatta.

Brilka, la settima delle protagoniste, nata nel 1993, è il punto di arrivo e di inizio di questa incredibile epopea. È lei che deve fare i conti con il passato, con il secolo delle rivoluzioni, con la lotta per la propria identità e il proprio posto nel mondo. Il libro si fa, così, un lungo viaggio nel tempo, in cui l’amore e la sofferenza si mescolano in un intreccio irresistibile e doloroso, che inevitabilmente travolge il lettore.

La narrazione è caratterizzata da un linguaggio ricco, evocativo, che riesce a trasportare i lettori nei luoghi e nelle epoche più diverse: dai paesaggi nebbiosi della Georgia alla frenesia della San Pietroburgo pre-rivoluzionaria, dalle cicatrici della Seconda Guerra Mondiale alla dolorosa ricerca di un’identità che va oltre i confini geografici e politici.

In questo straordinario affresco, Haratischwili non solo racconta la storia di una famiglia e delle sue donne, ma racconta il destino di un’intera generazione che ha vissuto gli orrori e le sfide di un secolo in tumulto. La sua scrittura, allo stesso tempo avvolgente e struggente, induce il lettore a interrogarsi sulla propria storia, sulla propria identità e sulle connessioni che intrecciano le vite delle persone.

“L’ottava vita” è, dunque, un romanzo potente che incanta, coinvolge, e trascina in una riflessione profonda e universale: ogni ricetta che ci viene tramandata è, in realtà, una metafora di speranza, ma anche di sfida, e il “secolo rosso” che la storia ci restituisce è, a ben guardare, l’epopea di tutti noi, delle nostre paure e dei nostri sogni. 

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