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La disciplina di Penelope di Gianrico Carofiglio

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Scopri “La disciplina di Penelope”, il nuovo romanzo avvincente di Gianrico Carofiglio.

Immergiti nella storia di Penelope, ex pubblico ministero, che tra indagini e un passato tormentato cerca risposte che potrebbero cambiare tutto.

Desideri seguire un’intrigante investigazione tra le vie di Milano e i ricordi di una vita spezzata?

Non aspettare, lasciati conquistare da un personaggio indimenticabile e da un finale sorprendente! 

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La recensione di newslibri.it

“La disciplina di Penelope” di Gianrico Carofiglio è un romanzo che cattura il lettore sin dalle prime pagine, immergendolo in una storia che intreccia l’introspezione personale e l’investigazione. La protagonista, Penelope Spada, ex pubblico ministero caduta in disgrazia dopo un misterioso incidente, rappresenta una figura complessa e affascinante: una donna spezzata dal passato, ma con una forza interiore che non si lascia soffocare. Attraverso la sua vicenda, Carofiglio ci offre un’opera che parla di giustizia, dolore, redenzione e, soprattutto, di ricerca della verità, una verità che non si limita solo ai fatti di un caso, ma che tocca l’anima stessa della protagonista.

La narrazione si apre con un’immagine potente: Penelope si sveglia nella casa di uno sconosciuto, il risultato di un’altra notte senza significato, segnata da un vuoto che la accompagna costantemente. Quest’immagine iniziale cattura subito l’attenzione del lettore, evocando il senso di smarrimento e solitudine che caratterizza la vita della protagonista. È l’autunno milanese, un periodo di transizione, come la sua vita. Attraverso le strade fredde e deserte, Penelope vaga, cercando di riempire un vuoto che sembra impossibile da colmare.

La carriera di Penelope è stata drammaticamente interrotta da un incidente che rimane avvolto nel mistero. Questo evento non solo ha segnato la fine del suo lavoro come pubblico ministero, ma ha anche profondamente cambiato il suo rapporto con il mondo. La vita di Penelope è un mosaico di frammenti non risolti, una continua lotta tra il desiderio di lasciarsi tutto alle spalle e la necessità di affrontare ciò che è rimasto in sospeso.

Ed è proprio in questo contesto che entra in scena un nuovo caso, che sembra offrire alla protagonista una via per ritrovare se stessa. Un uomo, un tempo sospettato dell’omicidio della moglie, si presenta da Penelope con una richiesta: vuole che lei indaghi per scoprire la verità, non tanto per cancellare i sospetti che ancora gravano su di lui, ma per poter rispondere alla domanda che un giorno la sua bambina gli porrà: “Che fine ha fatto mia madre?”. Questa richiesta diventa il punto di svolta per Penelope, che inizialmente rifiuta, ma viene poi convinta dall’insistenza di un vecchio amico, un cronista di nera. Da qui parte un’investigazione appassionante, non solo sul caso, ma anche su ciò che è rimasto irrisolto nella vita della protagonista.

Carofiglio costruisce la trama con una maestria impeccabile, intrecciando il percorso investigativo con le riflessioni interiori di Penelope. Ogni indizio che la protagonista scopre non solo getta nuova luce sul caso, ma la costringe anche a fare i conti con il proprio passato. La città di Milano, con le sue vie nascoste e i suoi angoli oscuri, diventa lo specchio della mente di Penelope: una mente complessa, segnata dalla rabbia e dalla fragilità. In questo contesto, il titolo del libro assume un significato profondo. La “disciplina” di Penelope non è solo quella necessaria per condurre un’investigazione, ma è anche quella che lei deve ritrovare dentro di sé, per rimettere ordine nel caos della sua vita.

Il personaggio di Penelope è uno dei più riusciti di Carofiglio. È una donna dura, ma allo stesso tempo vulnerabile. Carica di rabbia per ciò che ha perso, ma anche di un’umanità dolente che emerge in ogni sua azione. La sua complessità la rende un personaggio epico, qualcuno con cui il lettore può identificarsi profondamente. Anche chi non ha vissuto le sue esperienze specifiche può riconoscersi nelle sue lotte interiori, nel desiderio di trovare un senso e una direzione in mezzo al caos della vita.

La scrittura di Carofiglio è, come sempre, incisiva e precisa. Ogni parola è scelta con cura, ogni frase è carica di tensione emotiva. Non ci sono momenti di pausa o distrazioni: la narrazione procede con un ritmo implacabile, catturando il lettore e spingendolo a proseguire, pagina dopo pagina. E quando si arriva al sorprendente finale, ci si rende conto che questo viaggio non ha solo risolto un caso di omicidio, ma ha offerto a Penelope (e al lettore) una nuova prospettiva sulla vita e su cosa significa davvero cercare la verità.

In “La disciplina di Penelope”, Gianrico Carofiglio dimostra ancora una volta la sua capacità di creare storie che vanno ben oltre il semplice thriller. Questo romanzo parla di giustizia, ma anche di redenzione e rinascita. Parla di una donna che, nonostante tutto, sceglie di andare avanti, di affrontare i propri demoni e di cercare una risposta, non solo per l’uomo che si è rivolto a lei, ma anche per se stessa.

Un libro che rimane a lungo nel cuore, grazie a un personaggio indimenticabile e a una scrittura che non lascia scampo.

 

 

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