I nove doni. Sulla via della felicità di Giovanni Allevi

Scopri il viaggio emozionante di Giovanni Allevi in “I nove doni. Sulla via della felicità”.

Attraverso la malattia, il celebre compositore scopre nove doni che trasformano la sofferenza in saggezza e gratitudine.

Vivi un’esperienza di rinascita e autenticità, imparando ad abbracciare la fragilità umana.

Leggi il libro e trova la tua via verso la felicità, proprio come un vaso kintsugi riparato con l’oro! 

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La recensione di newslibri.it

“I nove doni. Sulla via della felicità” di Giovanni Allevi è un’opera che va oltre il semplice racconto biografico o filosofico. È una riflessione profonda sulla vita, sulla fragilità umana e sulla ricerca di significato anche nei momenti più difficili. Allevi, noto compositore e pianista, ci conduce attraverso un viaggio interiore ispirato dalla sua personale esperienza con una grave malattia, il mieloma, che ha cambiato drasticamente la sua percezione del mondo e della felicità.

Il libro si apre con una domanda apparentemente semplice, ma profondamente esistenziale: “Nel turbine della vita, siamo felici?”. È una domanda che spesso evitiamo di porci, presi come siamo dal caos delle nostre vite frenetiche. Anche Allevi, immerso in una carriera brillante tra concerti, tour, registrazioni e impegni internazionali, non si era mai fermato a riflettere su questo interrogativo. Poi, però, è arrivato il mieloma, che ha sconvolto ogni certezza, costringendolo a confrontarsi con la fragilità del corpo e la precarietà dell’esistenza.

Questo evento traumatico diventa il punto di svolta della sua vita e del libro. Allevi si trova di fronte a una dura battaglia fisica e psicologica, ma riesce a trasformare il dolore e la sofferenza in una fonte di crescita personale. Invece di farsi schiacciare dalla malattia, riesce a mantenere lo sguardo rivolto verso ciò che è positivo, verso quei “fiori” che rappresentano le piccole e grandi bellezze della vita. È in questo contesto che scopre i “nove doni”, che danno il titolo al libro.

I nove doni di cui parla Allevi non sono regali materiali, ma piuttosto lezioni di vita, consapevolezze che ha maturato nel corso del suo lungo e doloroso percorso terapeutico. Uno dei doni più preziosi è la libertà dal giudizio altrui, una liberazione dal peso dell’opinione degli altri che spesso ci condiziona e limita. Questo tema è centrale nel libro, poiché Allevi ci invita a coltivare l’autenticità e ad abbracciare la nostra vera essenza, senza paura di essere giudicati o fraintesi.

Un altro dono fondamentale è la coscienza di sé e della propria fragilità. Allevi ci mostra come la malattia abbia messo in luce la sua vulnerabilità fisica e mentale, costringendolo a fare i conti con la realtà del corpo che si deteriora. Tuttavia, da questa consapevolezza nasce una nuova forza interiore: accettare la propria fragilità non come un segno di debolezza, ma come una parte essenziale della condizione umana.

Allevi esplora anche il ruolo della bellezza e della natura come fonti di guarigione e serenità. Durante il suo percorso di cura, trova conforto e ispirazione nell’arte, nella musica e nel contatto con la natura. Il suo amore per la bellezza diventa una via di fuga dal dolore fisico e mentale, permettendogli di mantenere viva la speranza e il desiderio di tornare a esprimersi artisticamente.

In questo viaggio di riscoperta, un ruolo cruciale è giocato dalle persone che lo circondano, in particolare i medici e gli infermieri. La gratitudine verso questi professionisti della salute emerge come un altro dono prezioso, poiché non solo hanno curato il suo corpo, ma hanno anche cambiato il corso dei suoi giorni, offrendo supporto emotivo e umano nei momenti più bui.

Uno degli aspetti più profondi del libro è la nuova dimensione spirituale che Allevi scopre attraverso la malattia. La sofferenza diventa per lui una porta d’accesso a una comprensione più elevata dello spirito, una connessione più profonda con la musica e, di conseguenza, con se stesso. Tornato sul palco, Allevi racconta di sentirsi cambiato, più autentico e in sintonia con la sua arte, come se la musica fosse diventata una forma di espressione ancora più intima e universale.

I nove doni non è semplicemente la narrazione di una malattia e della sua lotta per la sopravvivenza. È una testimonianza sincera e toccante della resilienza umana e della capacità di trovare significato e bellezza anche nelle circostanze più difficili. Allevi non si limita a raccontare la sua esperienza, ma propone una riflessione filosofica sulla vita e sulla felicità, suggerendo un nuovo modo di affrontare le difficoltà, con uno sguardo rivolto verso l’interno e un’accettazione della propria fragilità.

Il libro si chiude con un’immagine potente: quella del vaso kintsugi, la tradizionale arte giapponese di riparare la ceramica rotta con l’oro, che rende l’oggetto ancora più bello e prezioso. È un’immagine che simboleggia perfettamente il messaggio del libro: le nostre ferite e le nostre cicatrici non ci rendono meno degni o forti, ma, al contrario, ci arricchiscono e ci fanno risplendere di una luce nuova.

In conclusione, I nove doni di Giovanni Allevi è un libro che tocca profondamente il cuore e l’anima, offrendo ispirazione e speranza. Attraverso il suo percorso di dolore e guarigione, Allevi ci mostra che la felicità non è un traguardo lontano, ma qualcosa che possiamo trovare dentro di noi, anche nei momenti più difficili, se impariamo a vedere e accogliere i doni che la vita ci offre. 

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