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Credevi di non farcela di Toni Bonji

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Scopri “Credevi di non farcela” di Toni Bonji, un manuale di psicologia unico e ironico che ti guida alla scoperta dei tuoi lati più oscuri.

Sei pronto a confrontarti con la tua doppia personalità e a esplorare quesiti esistenziali con umorismo?

Attraversa gli abissi della tua mente in un viaggio surreale e illuminante, con lo stile inconfondibile di Bonji.

Leggi ora e inizia il percorso verso il tuo vero “io”! 

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La recensione di newslibri.it

“Credevi di non farcela” di Toni Bonji è un libro che va oltre il semplice manuale di psicologia: è un viaggio surreale e ironico all’interno della mente e delle sue contraddizioni. Toni Bonji, con il suo stile unico e giocoso, si rivolge direttamente al lettore, rompendo le convenzioni tradizionali e invitandolo a esplorare le profondità del proprio “io” con leggerezza e umorismo. Questo approccio diretto e colloquiale crea un’immediata connessione tra autore e lettore, rendendo la lettura una sorta di dialogo personale, quasi una conversazione confidenziale.

Bonji inizia il libro con un’apertura che suona come una confessione divertente: “Diamoci del tu”, dichiarando immediatamente che questa non sarà una lettura formale o convenzionale. Al contrario, promette di accompagnare il lettore attraverso un percorso di autoconsapevolezza che sfida il razionale e l’ordinario. Uno degli elementi più brillanti del libro è proprio la sua capacità di portare alla luce i nostri lati nascosti, quelli che spesso ignoriamo o fingiamo di non vedere, senza mai prendersi troppo sul serio.

L’autore introduce l’idea di una “doppia personalità” che non è solo un fenomeno psichico complesso, ma un aspetto comune a tutti noi. Chi non ha mai sentito dentro di sé voci contrastanti, opinioni diverse che si alternano in un conflitto continuo? Bonji, con il suo tipico sarcasmo, rende tutto questo un gioco leggero ma profondo, suggerendo che quella parte di noi che “si gira dall’altra parte e fa finta di non sentire” meriti di essere ascoltata e compresa. È un invito a guardare dentro di sé con curiosità e senza paura, a scoprire i nostri lati oscuri e ad accettare che, in fondo, non siamo sempre perfettamente coerenti con noi stessi.

“Credevi di non farcela” gioca con la struttura classica dei manuali di psicologia, ma lo fa con un tocco di irriverenza. Bonji prende in giro le aspettative del lettore con dichiarazioni che rompono continuamente il flusso logico, come quando ammette che il libro è stato originariamente scritto “con errori di battitura” e che la versione corretta include ora “tutte le congiunzioni, gli articoli e le preposizioni”. Questo tipo di umorismo autoreferenziale non solo diverte, ma crea una sorta di meta-livello nella narrazione, in cui il libro stesso diventa un riflesso del caos e delle incertezze della vita quotidiana.

Uno dei punti di forza del libro è la sua capacità di trattare temi esistenziali in modo accessibile e divertente. Bonji affronta questioni profonde, come la conoscenza di sé, l’identità e il significato della vita, ma lo fa con una leggerezza che non sminuisce la complessità degli argomenti. Il lettore si ritrova a riflettere su domande serie, come il senso della propria esistenza o il perché delle proprie scelte, ma lo fa ridendo di fronte a quesiti surreali come “Chi è nato prima, l’uomo o la gallina? E se fossero coetanei?”. Questa combinazione di ironia e introspezione rende il libro unico nel suo genere, capace di far riflettere senza mai risultare pesante o didascalico.

Un altro elemento chiave è il riferimento a “La Divina Commedia”, con Bonji che si paragona a Virgilio, pronto a guidare il lettore attraverso gli “abissi infernali” della propria psiche. Questa analogia, apparentemente spropositata, funziona incredibilmente bene: come Dante, il lettore si ritrova a percorrere un viaggio interiore che non è privo di difficoltà, ma che è anche illuminante. Tuttavia, a differenza di Virgilio, Bonji non promette di condurci alla redenzione finale. Ci lascia piuttosto “a vagare nelle tenebre”, suggerendo che il vero scopo del libro non è fornire risposte definitive, ma stimolare domande e riflessioni personali.

Il tono autoironico dell’autore è costante: non solo prende in giro sé stesso, definendosi uno “scrittore daltonico” che per anni ha scritto “libri gialli convinto che fossero romanzi rosa”, ma scherza anche sul giudizio dei critici, alcuni dei quali lo considerano un “inconcludente”. Questo atteggiamento dimostra che Bonji è consapevole della natura ambigua del suo lavoro e della percezione che il pubblico può avere di esso. Tuttavia, ciò che emerge è una profonda fiducia nel lettore: Bonji non vuole imporre una visione, ma lascia che sia il lettore a giudicare e trarre le proprie conclusioni.

In conclusione, “Credevi di non farcela” è un’opera brillante che sfida le convenzioni dei manuali di psicologia tradizionali. È un libro che fa ridere, riflettere e, soprattutto, invita il lettore a confrontarsi con sé stesso in un modo completamente nuovo. Toni Bonji dimostra di essere non solo un maestro dell’ironia, ma anche un abile esploratore dell’animo umano, capace di trasformare anche i temi più complessi in un gioco divertente e stimolante. Se cerchi un libro che ti faccia pensare senza mai risultare pesante, e che ti aiuti a guardare dentro di te con un sorriso, “Credevi di non farcela” è la scelta perfetta.

 

 

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